Gli anni di Firenze - 1498. Savonarola dal falò delle vanità al rogo
Lezioni di Storia
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Adriano Prosperi
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著者:
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Adriano Prosperi
このコンテンツについて
1498. Processato 3 volte, torturato, condannato, il 23 maggio Girolamo Savonarola è impiccato e bruciato in piazza della Signoria, e le sue ceneri sparse in Arno. Eppure sono passati pochi mesi dal secondo "falò delle vanità", trionfo materiale e simbolico della riforma religiosa e civile del frate. Cos'è accaduto? Il domenicano arriva a Firenze nel 1489. Ha fama di implacabile rigore morale e tiene prediche affollatissime e visionarie: il castigo divino si abbatterà sulla città per la corruzione del clero e dei costumi, per la lussuria, l'idolatria, le credenze astrologiche, la sodomia, il lassismo, la simonia.
La cerchia dei fedeli aumenta a dismisura e il carisma cresce: due anni dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, Savonarola è la guida religiosa e politica della Repubblica nata dalla sollevazione popolare contro i Medici. Firenze è per lui la nuova Gerusalemme, la costituzione repubblicana un momento del disegno divino di rinnovamento morale. Il suo rigore radicale si traduce in leggi; i "falò delle vanità", tristemente famosi, bruciano carte e dadi da gioco, libri, abiti, specchi, cosmetici, gioielli, strumenti musicali. Sandro Botticelli vi brucia perfino alcuni suoi quadri. Ci vuole l'accusa di eresia e la scomunica di Alessandro VI a fermare la città. È l'inizio della fine di Savonarola: la caduta sarà rapida e sensazionale quanto l'ascesa.
©2019 Gius. Laterza & Figli S.p.a. (P)Emons 2019. Edizione su licenza di Gius. Laterza & Figli S.p.a.