I giorni di Roma - 17 febbraio 1600. Il rogo di Giordano Bruno
Lezioni di Storia
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Anna Foa
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Anna Foa
このコンテンツについて
17 febbraio 1600: il filosofo Giordano Bruno, condannato per eresia dall'Inquisizione romana, brucia, spogliato nudo, legato a un palo e imbavagliato, in Piazza Campo de' Fiori. Ad ardere sul rogo non è un cristiano qualunque, come Roma non è solo la capitale dello Stato della Chiesa ma anche il centro della cristianità. Bruno è un personaggio cosmopolita, amico di principi e ambasciatori, una figura europea di grande fama e livello intellettuale, noto ovunque. Glielo riconoscono, a Roma, i suoi giudici, che fanno di tutto per convincerlo ad abiurare, perfino il cardinal Bellarmino, a capo del Santo Uffizio, il grande persecutore di Galileo Galilei.
Sarebbe bastato un atto di sottomissione e avrebbe avuto salva la vita. Invece su di lui e sulla sua teoria ereticale cade il silenzio. I libri bruciati dall'Inquisizione, il suo pensiero dimenticato, avvolto nell'oblio per molto tempo. Fino a tempi recenti, per la Chiesa Giordano Bruno è un eretico e questo giustifica il suo rogo. Un rogo che, in una piazza romana, ha illuminato l'alba di un secolo, a simboleggiare il trionfo della repressione e dell'intolleranza in un'Europa dilaniata dagli odi e dalle guerre religiose.
©2019 Gius. Laterza & Figli S.p.a. (P)Emons 2019. Edizione su licenza di Gius. Laterza & Figli S.p.a.