Collana: Le opere sapienziali

Descrivendo il suo approccio allaVia del Tao, Osho ha detto: «Io insegno semplicemente a esserequi, e lasciare che la beatitudine dell’esistenza si riversi in te. Perché dovresti andare altrove? E, inogni caso, dove andresti? Puoi prendere un treno, un autobus, un aeroplano e spostarti dove vuoi... addirittura un razzo può portarti sulla luna! E tra qualche anno potresti anche andare su Marte; tra qualche decennio potresti raggiungere una qualsiasi stella. Ma tutto questo è stupidità. Cosa farai, impettito in piedi sulla luna? Ci hai mai pensato? Tu stesso saresti impacciato: “Cosa ci faccio qui?

”La vita è la via, non ha una meta. Per questo amo la parola Tao: significa “la via”, senza metaalcuna. Semplicemente: la via. È stato davvero coraggioso, da parte di Lao Tzu – venticinque secolifa – dire alle persone che non esiste alcuna meta, e noi non stiamo andando da nessuna parte. Sitratta semplicemente di essere qui! Rendi dunque il tuo tempo quanto più bello, amorevole e gioioso possibile.»

È importante includere questa comprensione, a questo punto del percorso intrapreso sulla Via in cammino suggerito dal Patriarca Lu nel suoTrattatoche apre alSegreto del Fiore d’oro. Infatti il percorso tracciato dal Taoismo che Osho rende disponibile si attualizza procedendo passopasso in modo sempre più spensierato, solo così prende forma un sottile processo di comprensionein grado di abbracciare la totalità dell’esistenza in tutto il suo splendore

E in un mondo che va sempre più di fretta, il piacere che si prova a godersi la lentezza è davvero impagabile. Non solo, visti i disastri che il furore, la furia e l’ansia di fare qualcosa provocano, ilsuggerimento di includere nel proprio quotidiano un po’ di passività potrebbe essere la cosa giustada fare. Molto probabilmente questa è l’origine del sempre più diffuso interesse nel Taoismo che vede, come passo di avvio, la necessità di darsi una calmata; riconoscendo nella passività la radice dellagiusta azione.

Nella sezione presa in considerazione in questo Volume, viene dato ampio spazio ai chiarimenti necessari per non disperarsi, per non perdersi, per avere pazienza e liberarsi da qualsiasi aspettativa; ma soprattutto sono messe in evidenza le “esperienze di conferma” che permettono di riconoscerese la Via non è andata perduta.

In fondo ci si sta confrontando con un sonno della coscienza millenario, e con abitudini mentaliataviche. Da qui la pazienza di Osho, ma anche la sua determinazione nella certezza che “la beatitudine è la natura intrinseca dell’essere umano, non è qualcosa da raggiungere; la si deve solo riscoprire”. E quella riscoperta è un diritto di nascita che tutti possono rivendicare.

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