Audible会員プラン登録で、20万以上の対象タイトルが聴き放題。
-
Tutto il mondo ha voglia di ballare
- ナレーター: Pierpaolo De Mejo
- 再生時間: 12 時間 20 分
カートのアイテムが多すぎます
カートに追加できませんでした。
ウィッシュリストに追加できませんでした。
ほしい物リストの削除に失敗しました。
ポッドキャストのフォローに失敗しました
ポッドキャストのフォロー解除に失敗しました
Audible会員プラン 無料体験
あらすじ・解説
Roberto e Riccardo si conoscono da ragazzini, nel 1975. È una domenica nebbiosa di novembre, durante la festa per l'uccisione del maiale, il giorno memorabile in cui la loro amicizia comincia: ed entrambi, casualmente, fanno un incontro che molti anni dopo si rivelerà la premonizione di un destino. Ma se la radice affonda in quegli anni Settanta ancora cupi, metallici, il tronco robusto e doloroso di questa vicenda è negli anni Ottanta che si sviluppa, fiorisce e, in una parabola fatalmente rapida, avvizzisce. Un decennio archiviato in fretta, senza che si sia mai sentito il bisogno di costruirci intorno un'aura di mito e nostalgia. "Anni allegri, forse futili, ma brevi." Accanto a Roberto e Riccardo ci sarà Chiara, e poi Pier Vittorio Tondelli.
L'amore tra Chiara e Riccardo e la relazione tempestosa tra Roberto e Pier occupano queste pagine assieme alla scoperta del mondo, dei libri, della politica, della musica, in una fase cruciale della nostra storia recente. Ricostruito fedelmente a partire dai suoi scritti, dai suoi interventi, il Tondelli raccontato da Garlini acquisisce da subito una sua grande autonomia di personaggio, pur nel totale rispetto di quella che fu la sua figura storica. Il trascorrere dei decenni scandisce le esistenze dei protagonisti, li accompagna nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza, li mette di fronte alle scelte più difficili e alla necessità della sofferenza, sino alla definizione di una coscienza adulta.
Il risultato è un classico romanzo-affresco che, come tutte le opere di notevole impegno formale, documentario e creativo, spesso sovverte le opinioni correnti. Così Garlini è bravo a lasciar cogliere al lettore, sotto le atmosfere più conosciute di quegli anni dominati dal mito dell'opulenza, dell'edonismo, di una certa smemoratezza disimpegnata e modaiola, una nota amara, come un basso sordo e continuo, la coscienza dell'epilogo, la fine che vibra nell'aria e che solo in pochi, dolorosamente, avvertono.