• 10. Svezia, Estonia. L’Europa che si prepara alla guerra

  • 2024/05/29
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10. Svezia, Estonia. L’Europa che si prepara alla guerra

  • サマリー

  • Da quando, due anni fa, la Russia ha invaso l’Ucraina, una guerra dentro i confini dell’Unione europea non è più un’ipotesi tanto irrealistica, avvertita soprattutto sul fianco est della Nato. Svezia ed Estonia si preparano a questo scenario. La Svezia è stata, dopo la Finlandia, l’ultimo Paese a entrare nell’Alleanza atlantica: sono finiti più di 200 anni di neutralità perché il «non allineamento», pur parte dell’identità nazionale, non era più ritenuto sufficiente di fronte all’aggressività russa. Le esercitazioni militari — ci hanno spiegato i soldati del battaglione che ha il compito di difendere Stoccolma, in addestramento tra i boschi — saranno sempre più frequenti: bisogna farsi trovare pronti, e questo traina la già imponente industria bellica nazionale, sviluppata durante la Guerra Fredda per garantire la sicurezza del Paese. Una strategia simile si incontra in Estonia. A Tallinn la guerra in Ucraina è «una questione esistenziale», che richiama il passato da non ripetere della dominazione sovietica. Qui tutti i ragazzi sono tenuti a fare sei mesi di leva, ma è l’intero Paese a mobilitarsi per la sua sicurezza, attraverso la Lega per la difesa dell’Estonia, che ha sezioni in ogni villaggio e fa esercitazioni ogni fine settimana. Secondo il governo estone, «un esercito comune europeo c’è già: è quello della Nato».
    Con Alessandra Coppola, Andrea Marinelli, Paolo Salom.

    Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.
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あらすじ・解説

Da quando, due anni fa, la Russia ha invaso l’Ucraina, una guerra dentro i confini dell’Unione europea non è più un’ipotesi tanto irrealistica, avvertita soprattutto sul fianco est della Nato. Svezia ed Estonia si preparano a questo scenario. La Svezia è stata, dopo la Finlandia, l’ultimo Paese a entrare nell’Alleanza atlantica: sono finiti più di 200 anni di neutralità perché il «non allineamento», pur parte dell’identità nazionale, non era più ritenuto sufficiente di fronte all’aggressività russa. Le esercitazioni militari — ci hanno spiegato i soldati del battaglione che ha il compito di difendere Stoccolma, in addestramento tra i boschi — saranno sempre più frequenti: bisogna farsi trovare pronti, e questo traina la già imponente industria bellica nazionale, sviluppata durante la Guerra Fredda per garantire la sicurezza del Paese. Una strategia simile si incontra in Estonia. A Tallinn la guerra in Ucraina è «una questione esistenziale», che richiama il passato da non ripetere della dominazione sovietica. Qui tutti i ragazzi sono tenuti a fare sei mesi di leva, ma è l’intero Paese a mobilitarsi per la sua sicurezza, attraverso la Lega per la difesa dell’Estonia, che ha sezioni in ogni villaggio e fa esercitazioni ogni fine settimana. Secondo il governo estone, «un esercito comune europeo c’è già: è quello della Nato».
Con Alessandra Coppola, Andrea Marinelli, Paolo Salom.

Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

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