エピソード

  • America Week - Episodio 21
    2025/05/30
    NEW YORK (ITALPRESS) - Negli Stati Uniti, la battaglia tra lo stato di diritto e un presidente che ormai sembra puntare apertamente a un modello autoritario continua.
    Partiamo dai dazi: la strategia economica di Trump – fatta di minacce commerciali e tariffe punitive – è stata colpita al cuore da una corte federale. I giudici della U.S. Court of International Trade hanno stabilito che il presidente non può usare l’International Emergency Economic Powers Act per imporre dazi su praticamente ogni Paese del mondo. Una sentenza storica.
    Nella decisione, la corte ha scritto che il presidente non ha un “potere illimitato” in materia di tariffe, e ha ordinato alla Casa Bianca di interrompere la raccolta dei dazi entro dieci giorni. Ma l’amministrazione si è subito appellata alla Corte d’Appello Federale, che ha concesso una sospensione temporanea. Quindi per ora, i dazi – anche quelli contro Cina, Canada, Messico – restano in piedi.
    xo9/mgg/gsl (video di Stefano Vaccara)
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  • America Week - Episodio 20
    2025/05/23
    NEW YORK (ITALPRESS) - “One Big, Beautiful Bill” è passato per un soffio alla Camera e Donald Trump lo ha celebrato come la legge più importante della storia americana. Ma dietro l’esultanza, c’è un prezzo altissimo: tagli brutali a Medicare e Medicaid, un buco da 2.700 miliardi nel deficit, e mercati in allarme. Il presidente è sceso in campo di persona, entrando a Capitol Hill per convincere gli ultimi repubblicani riluttanti. Il pacchetto fiscale include tagli alle tasse su mance e straordinari, detrazioni per chi compra auto americane e fondi per la militarizzazione del confine.
    xo9/fsc/gtr
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    6 分
  • America Week - Episodio 19
    2025/05/16
    NEW YORK (ITALPRESS) - Il deserto e la Corte Suprema, i fasti del viaggio in Medio Oriente di Donald Trump e il caos costituzionale che continua a generare in patria. Gioie e dolori, successi diplomatico-commerciali e conflitti giudiziari che potrebbero cambiare per sempre il volto degli Stati Uniti d'America.
    Partendo dal viaggio del presidente Trump nella regione del Golfo; ufficialmente una missione diplomatica per sostenere la stabilità regionale, ufficiosamente una tournée d'affari che ha portato, questo sì, risultati concreti. In Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar, Trump ha siglato accordi miliardari su energia, infrastrutture e difesa, rafforzando la tradizione americana di vedere nel Golfo non solo una polveriera geopolitica, ma anche e soprattutto un mercato fertile.
    xo9/fsc/gtr
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    6 分
  • America Week - Episodio 18
    2025/05/09
    NEW YORK (ITALPRESS) - L'elezione di Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost: per la prima volta, un americano siede sul trono di Pietro. Ma che tipo di americano? Già, cosa significa per gli Stati Uniti — e per il mondo — l’elezione di un papa nato a Chicago, 69 anni fa, da padre italo-franco-americano e madre con radici creole di New Orleans? Robert Prevost ha vissuto gran parte della sua vita altrove: vent’anni in Perù come missionario e vescovo, e poi a Roma, dove Papa Francesco lo aveva nominato nel 2023 a capo del potente Dicastero per i Vescovi, il “ministero” che seleziona e supervisiona i prelati di tutto il mondo. Nel momento in cui gli Stati Uniti vivono una nuova fase di ipernazionalismo — con Donald Trump tornato alla Casa Bianca col “Make America Great Again” — la Chiesa cattolica ha eletto un americano che rappresenta tutt’altro. Non il potere imperiale, ma la missione. Non il primato, ma il servizio. E questo paradosso è stato visibile fin dal primo minuto del pontificato di Leone XIV. Dalla loggia di San Pietro, non ha salutato in inglese. Ha parlato in italiano e in spagnolo. E ha ricordato con affetto non Chicago, ma la sua diocesi peruviana di Chiclayo, “una chiesa fedele, che ha accompagnato il suo vescovo”. Un messaggio potente: come Francesco, la sua bussola spirituale non è la superpotenza economica, ma il Sud del mondo.
    E infatti il Vaticano lo ha presentato non come il primo papa “americano”, ma come il “secondo papa delle Americhe”. Quasi a voler sottolineare che le sue priorità non rispecchiano le logiche dei falchi di Washington.
    Eppure Robert Prevost americano lo è, eccome.
    xo9fsc/gsl
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    7 分
  • America Week - Episodio 17
    2025/05/02
    NEW YORK (ITALPRESS) - Gli analisti dei principali media “main stream” sembrano concordi: i primi cento giorni del secondo mandato di Donald Trump sono stati dominati dal caos. Ma una volta accettato che questo caos è stato non solo voluto, ma programmato fin dall’inizio, allora si inizia a vedere il disegno. Trump forse non sta improvvisando: sta seguendo una tabella di marcia annunciata, parola per parola, nei suoi comizi elettorali. E non intende rallentare. Lo ha detto lui stesso, in una rara intervista alla ABC: “Sto facendo tutto quello che ho promesso in campagna elettorale”. E in effetti, tra dazi alle stelle anche per paesi amici, deportazioni accelerate, attacchi alle istituzioni, rimozioni di funzionari scomodi e sfide continue allo stato di diritto, Trump non ha sorpreso chi lo ha sostenuto: ha semplicemente mantenuto il patto con il suo “popolo”.
    xo9/mgg/gtr (video di Stefano Vaccara)
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    6 分
  • America Week - Episodio 16
    2025/04/24
    NEW YORK (ITALPRESS) - A pochi giorni dal traguardo simbolico dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca, Donald Trump sembra aver trasformato il potere esecutivo in uno slalom speciale di decisioni, smentite, minacce e tentativi di marce indietro quando è ormai dall'ultimo zig zag prima del precipizio. Un giorno impone dazi, il giorno dopo li sospende. Un'ora annuncia il licenziamento del capo della FED Jerome Powell, quella dopo giura di "non averlo mai detto". Sembra di assistere non a una presidenza, ma a una serie TV che non ha ancora deciso se vuol essere comica o tragica. Wall Street? Sulle montagne russe. I mercati globali col dollaro in caduta libera? Stretti tra panico e speranza, in base all'umore di Trump su Truth Social. Le università americane? Nel mirino di un presidente che accusa Harvard di "antisemitismo" e "tradimento culturale" e alla quale non resta che denunciare l'inquilino della Casa Bianca per oltraggio alla Costituzione. La Corte Suprema? Costretta sabato notte a fermare il tentativo di Trump di continuare a deportare cittadini venezuelani usando... una legge di guerra del 1798!
    Benvenuti nell'Età del Caos. Altro che Età dell'Oro.
    xo9/mgg/gsl (video di Stefano Vaccara)
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  • America Week - Episodio 15
    2025/04/18
    NEW YORK (ITALPRESS) - Giorgia Meloni ha lasciato la Casa Bianca dopo il suo primo incontro ufficiale con Donald Trump. “Un confronto leale e costruttivo”, ha scritto in un post social da Washington. Ma quell’incontro è avvenuto mentre, intorno, la democrazia americana mostrava le sue crepe più profonde.
    Meloni è venuta a trattare su dazi e NATO. Ma si è trovata nel mezzo di un vero assedio istituzionale: la Casa Bianca è sotto attacco giudiziario, sfida apertamente la Federal Reserve, minaccia Harvard, simbolo dell’accademia mondiale, e viene pure denunciata dallo Stato economicamente più potente d’America: la California.
    fsc/gtr
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  • America Week - Episodio 14
    2025/04/11
    NEW YORK (ITALPRESS) - Il 2 aprile 2025, il Presidente Donald Trump aveva proclamato il suo “Liberation Day”, annunciando tariffe generalizzate su quasi tutte le importazioni. Un 10% fisso, ma con eccezioni esplosive: 34% alla Cina, 46% al Vietnam, 20% all’Unione Europea. Una guerra commerciale globale, dichiarata in un giorno solo. La reazione dei mercati è stata istantanea. Wall Street è crollata: S&P giù del 4,8%, Nasdaq a -6%, 2,5 trilioni di dollari bruciati in pochi giorni. Ma non è finita lì. Anche il mercato dei titoli di Stato americani - i famosi Treasury Bonds - ha cominciato a tremare. Gli investitori hanno iniziato a vendere in massa. I rendimenti sono schizzati in alto. Tradotto: il mondo stava perdendo fiducia nella solidità economica degli Stati Uniti.
    E così, solo sette giorni dopo, il 9 aprile, Trump ha fatto una clamorosa marcia indietro: sospensione per 90 giorni delle tariffe - tranne alla Cina, le cui tariffe sono salite al 125%.
    Come interpretare questa politica del rompo tutto con i dazi ma ora non posso? Ci sono almeno quattro letture.
    xo9/fsc/gsl
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    6 分