• Bonus: Poesia per bambini non bianchi

  • 2024/03/27
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Bonus: Poesia per bambini non bianchi

  • サマリー

  • La nostra generazione ha bisogno di spazi di evasione. Spazi in cui sguazzare, scorazzare, spazi di gioco, spazi in cui poetare, spazi in cui sopportare il dolore, condividerlo e automedicarsi le ferite. Spazi fuori da ogni regola o giudizio, spazi senza normatività, senza pressioni, senza aspettative, spazi davvero sicuri: in sintesi, spazi per bambini non "bianchi", non addestrati, non catalogabili, non etichettabili. Bambini autentici. Bambini liberi. Bambini di nessuno. Bambini con l'ambizione di vivere, essere protagonisti e compiere libere scelte, liberi "sbagli", una libera sperimentazione dell'esistenza. Perchè è così che i bambini apprendono il valore della propria responsabilità, del limite della loro ingerenza, del loro agire pertinente e rispettoso.

    Non dimentichiamoci che prima di ogni bambino c'è una persona, e quella persona è innanzitutto umana
    per tanto con eguale dignità di tutte le altre persone umane va trattata.

    La dimensione della cura reciproca va riportata là dove la necessità è stata criminalizzata, colpevolizzata e resa impudica.

    La narrativa della colonizzazione ha fatto sì che la povertà materiale (connessa all'etnia, al genere, alla classe sociale) fosse un indice perfetto per giudicare il grado di dignità di una persona, quando lo stratagemma è stato utilizzato proprio per coprire le brutture e i crimini di guerra delle nazioni Occidentali tutte, le quali si sono arricchite proprio espropriando beni al resto del mondo, deportando intere popolazioni indigene-autoctone.
    Questa strategia di deresponsabilizzazione Occidentale tutt'oggi riduce allo status di vittime coloro che dal basso mandano avanti lo stesso sistema che le vessa e le schiaccia, riducendole allo zero.

    è necessario, secondo me, "fare il salto dalla classe alla nazione", come un commento che ho ricevuto leggendo questa poesia.
    Non perchè sia qualcosa di eroico ed esclusivo, attenzione, ma per ristabilire delle basi eque da cui l'umanità possa ripartire senza ripetere inesorabilmente la storia passata
    puntare a un futuro in cui la diversità divenga la consuetudine,
    l'orgoglio di chi si è e della propria storia, un motivo di sano egoismo e splendore tutto umano
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あらすじ・解説

La nostra generazione ha bisogno di spazi di evasione. Spazi in cui sguazzare, scorazzare, spazi di gioco, spazi in cui poetare, spazi in cui sopportare il dolore, condividerlo e automedicarsi le ferite. Spazi fuori da ogni regola o giudizio, spazi senza normatività, senza pressioni, senza aspettative, spazi davvero sicuri: in sintesi, spazi per bambini non "bianchi", non addestrati, non catalogabili, non etichettabili. Bambini autentici. Bambini liberi. Bambini di nessuno. Bambini con l'ambizione di vivere, essere protagonisti e compiere libere scelte, liberi "sbagli", una libera sperimentazione dell'esistenza. Perchè è così che i bambini apprendono il valore della propria responsabilità, del limite della loro ingerenza, del loro agire pertinente e rispettoso.

Non dimentichiamoci che prima di ogni bambino c'è una persona, e quella persona è innanzitutto umana
per tanto con eguale dignità di tutte le altre persone umane va trattata.

La dimensione della cura reciproca va riportata là dove la necessità è stata criminalizzata, colpevolizzata e resa impudica.

La narrativa della colonizzazione ha fatto sì che la povertà materiale (connessa all'etnia, al genere, alla classe sociale) fosse un indice perfetto per giudicare il grado di dignità di una persona, quando lo stratagemma è stato utilizzato proprio per coprire le brutture e i crimini di guerra delle nazioni Occidentali tutte, le quali si sono arricchite proprio espropriando beni al resto del mondo, deportando intere popolazioni indigene-autoctone.
Questa strategia di deresponsabilizzazione Occidentale tutt'oggi riduce allo status di vittime coloro che dal basso mandano avanti lo stesso sistema che le vessa e le schiaccia, riducendole allo zero.

è necessario, secondo me, "fare il salto dalla classe alla nazione", come un commento che ho ricevuto leggendo questa poesia.
Non perchè sia qualcosa di eroico ed esclusivo, attenzione, ma per ristabilire delle basi eque da cui l'umanità possa ripartire senza ripetere inesorabilmente la storia passata
puntare a un futuro in cui la diversità divenga la consuetudine,
l'orgoglio di chi si è e della propria storia, un motivo di sano egoismo e splendore tutto umano

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