Chiudi gli occhi, torna bambino

著者: Vanity Fair Italia
  • サマリー

  • A Vanity Fair, con le celebrity ci piace (da sempre) fare dei viaggi. Nelle loro storie, passioni, amori, dolori, desideri. Qui, ogni giovedì, gli chiediamo di tornare all’infanzia, ai primi ricordi di una vita.
    Tra passato e poesia, entreremo così anche in tante piccole scene degli anni '30, '40, '50, '60, '70, '80, '90 recuperandone il senso, giocando a riprenderci il tempo dei giochi.

    Un programma di Lavinia Farnese.
    Copyright Vanity Fair Italia
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あらすじ・解説

A Vanity Fair, con le celebrity ci piace (da sempre) fare dei viaggi. Nelle loro storie, passioni, amori, dolori, desideri. Qui, ogni giovedì, gli chiediamo di tornare all’infanzia, ai primi ricordi di una vita.
Tra passato e poesia, entreremo così anche in tante piccole scene degli anni '30, '40, '50, '60, '70, '80, '90 recuperandone il senso, giocando a riprenderci il tempo dei giochi.

Un programma di Lavinia Farnese.
Copyright Vanity Fair Italia
エピソード
  • Raoul Bova: «E mio padre era in cielo»
    2019/09/25
    «Se tu non torni/Non tornerà neanche l'estate/E resteremo qui io e mia madre/A guardare la pioggia», cantava Miguel Bosé. Ed è un verso che sa di sospeso, di passato, di nostalgie, anche se parla al futuro. Peraltro sembra descrivere alla perfezione la diapositiva che ci regala l'ospite di oggi. È un nostro divo del cinema. Ha un fisico da nuotatore della Nazionale qual era, e due occhi da sogno, e oggi che è vicino ai 50, e ha due famiglie, una con l'ex moglie Chiara Giordano, con cui ha avuto due figli, Alessandro Leon e Francesco, e una con la compagna, Rocío Muñoz Morales, con cui ha due bambine, Luna e Sophia Bova, sulla copertina di Vanity Fair ci ha raccontato di una vita passata «in sottrazione» con l'ansia di piacere a tutti. Del pianto, della rabbia, della depressione. Il bello d'Italia è stato piccolo tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta (Cosa resterà di questi anni 80?) quando in Tv ci affascinavano Yuppidu di Adriano Celentano, La casa nella prateria, Happy Days, Goldrake e Lady Oscar, in radio andava Il triangolo di Renato Zero e Gioca Jouer di Cecchetto, si giocava a Palla avvelenata, Monopoli e Mondo, si mangiava la girella e il buondì Motta al cioccolato. Venivamo dal decennio della partecipazione civile e delle riforme, delle vittime e dei carnefici, della fine di Carosello e dell'inizio della Tv a colori, c'erano i rapimenti, le stragi e la paura. (The final countdown)
    Nato a Roma il 14 agosto 1971, figlio di Rosa e di Giuseppe, dipendente di Alitalia,

    Gioca con noi a Chiudi gli occhi, torna bambino, Raoul Bova

    «Se chiudo gli occhi e torno bambino mi viene in mente l'estate in Calabria a Roccella Ionica in un posto di mare dove c'erano le sdraio e io in braccio a mia mamma guardavo il cielo, guardavo le stelle e nella luna rivedevo il volto di mio papà, perché mi mancava molto, costretto a lavorare a Roma mentre eravamo al mare, e non vedevo l'ora arrivasse. E tuttora quando guardo la luna mi sembra di vederlo. Poi se chiudo gli occhi ricordo anche una casa di quando ero bambino: le mattonelle a forma di fiore marroni gialle e bianche, una cosa non bellissima. Mi ricordo poi l'odore del fritto che arrivava dalla cucina, perché mia madre preparava la pizza fritta napoletana o i supplì o le cotolette. Quando tornavo a casa c'era spesso questo odore».

    Un programma di Lavinia Farnese
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  • Lorella Cuccarini: «Voce di madre»
    2019/09/05
    Non è il caso, di giudicarci senza tempo. Che il tempo è un bastardo, siamo d’accordo? Ci fa svegliare ogni mattina, vivere ogni giorno e addormentare ogni sera abituandoci alla durata. La sua, la nostra. Come fosse interminabile, come non finisse mai, e non fosse invece quel che è: un orologio che a un certo punto che non sappiamo, di colpo o dandoci avvisaglie, si fermerà. Spariremo. E non c’è niente che possiamo fare per evitarlo. Per la stessa «non ragione» per cui, dalla nostra nascita in avanti, siamo qui, dalla nostra morte in poi non ci saremo più. «La verità», canta Dario Brunori, «è che ti fa paura, l’idea di scomparire, l’idea che tutto quello a cui ti aggrappi prima o poi dovrà finire».

    Cosa resterà? I ricordi. Almeno per un po’. Oggi ci racconta i suoi più lontani una donna che è «la più amata dagli italiani». E’ entrata nelle nostre case da dentro la Tv, e ci è rimasta per pomeriggi interi, ricordate? È con lei che torniamo indietro e ci fermiamo. Nel cortile di una casa, la sua, a Prenestina, alla periferia di Roma. Siamo tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta e la televisione da Pippi Calzelunghe e Candy Candy.

    John Lennon intanto pubblica Imagine, Gli Eagles Hotel California; è un agosto, e sta nascendo Raoul Bova, al cinema esce Il padrino, per strada c’è l’omicidio Calabresi, ci si emoziona per la prima telefonata da un telefono portatile, mentre sta finendo la guerra in Vietnam e viene inaugurato Gardaland, e il vaiolo è finalmente debellato, e da tutte le sale del mondo si va nello spazio, è l’inizio di Guerre Stellari.

    Nata a Roma il 10 agosto 1965, figlia di Vero, ragioniere, e di Maria, sarta..

    Gioca con noi a Chiudi gli occhi, torna bambino, Lorella Cuccarini

    «La vedo, è ancora qui davanti a me, la merenda: una fetta di pane casereccio, con su olio e zucchero. Me la preparava mia madre al ritorno da scuola, dopo le lezioni, la campanella, i cinque piani a piedi per raggiungere la porta di casa. E io l’ho ripetuta: da grande, con i miei figli piccoli. La finivo di corsa, per poi scendere giù in cortile a giocare con le amichette. A palla, con i gessi a terra, a disegnare una campana e poi a saltarci su. A volte, crescendo, ce ne stavamo lì anche solo a vivere un po’ per strada, a chiacchierare. Con lei, mia madre, che mi chiamava dalla finestra di casa, al quinto piano, appunto, e io che avevo il pensiero di farmi sempre trovare - era quello il patto - tanto che a volte facevo il giro del palazzo a grandi passi, perché non lo tradissi. Erano strutture enormi, quelle in cui abitavamo, a Prenestina. Rosa come sono spesso gli intonaci delle periferie popolari di Roma. Intorno il panettiere, il cartolaio, il chioschetto all’angolo, che vendeva fotoromanzi di seconda mano. La voce di mia madre che mi chiamava per rassicurarsi che fosse tutto a posto era calda, accogliente, pacata. Non si vorrebbe mai risalire per cena, quando sei un bambino con le mani sporche di resina. Lei la ricordo da buona sarta tutta la vita davanti alla macchina da cucire, faceva maglioni bellissimi, all’epoca andavo pazza per le Barbie e lei confezionava i vestiti per loro e per me, uguali, a misura. Col risultato che mi sentivo fighissima, proprio come gli somigliassi. Mi mettevo davanti allo specchio della mia camera, chiudevo la porta e prendevo a cantare, a ballare, improvvisando. Il mio primo pubblico sono state le mie bambole. Perché...intimidita poi smettevo, non appena qualcuno di "vero" della mia famiglia si affacciava. Su tutti, ero la cocca di mio nonno. Mi chiamava “Pollo e patatine”, ancora il mio pranzo più ambito».
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  • Giulia Valentina, Frank Matano, Sofia Viscardi: «Quando l’estate non finiva mai»
    2019/08/30
    «C’era la luna, c’erano le stelle, c’era una nuova emozione sulla pelle…». La ricordate? «Il tempo va, passano le ore e finalmente faremo l’amore solo una volta o tutta la vita, speriamo prima che l’estate sia finita». È Alex Britti e siamo nel 1998, e con lui entriamo nei ricordi di tre ragazzi di oggi nati su Internet, tra YouTube e Instagram.Rispettivamente classe ‘90, ’89, ’98, professione influencer, declinazioni: modella, comico e conduttore, scrittrice. Giulia Valentina, Frank Matano e Sofia Viscardi sono stati bambini mentre intorno succedevano varie cose: erano le Notti magiche di Italia 90, facevamo i palloni con le big bubble, Silvio Berlusconi scendeva in campo, nasceva Google mentre la Playstation era la console più venduta al mondo e al cinema eravamo tutti in fila per Titanic. Portavamo, fieramente, il Barbour, facevamo collezione di schede telefoniche, intrecciavamo Scoubidou, ascoltavamo i Take That e i Backstreet Boys. Le Spice Girl. E avevamo Piccoli problemi di cuore, come il cartone che guasrdavamo. Intanto tra Britney Spears e Justin Timberlake tutto sembrava procedere a gonfie vele.È anche, questo, un ventennio di morti dolorose per la musica: se ne vanno Domenico Modugno, Mia Martini, Ivan Graziani, Lucio Battisti, Fabrizio De Andre. Mentre nascono gli Articolo 31 ed esplode er Piotta e c’è un tormentone su tutti che balliamo tutti, dei Las Ketchup, prima della canzone del capitano di Dj Francesco.In tv intanto guardiamo Un medico in famiglia con nonno Libero/Lino Banfi, innamorandoci di Lele e Alice, e sul comodino in casa abbiamo i tamagotchi, pulcini virtuali da accudire. Capita l’ 11 settembre, che travolge le certezze dell’Occidente e durante il G8 di Genova muore un giovane manifestante, Carlo Giuliani, mentre un primo gennaio ci svegliamo diversi: non c’è più la lira, è arrivato l’euro. Ai distributori di benzina chiudono le pompe della rossa e della super: è la nuova era della verde o del Diesel.Dicevamo puntata un po’ speciale questa con un trio di influencer guest star. Li abbiamo incontrati al Jova beach party, con l'Estate addosso, data di Rimini, ospiti di Sammontana, e quella sabbia li ha subito riportati ai tempi in cui una preparava feste di compleanno a sorelle nate in agosto, l’altro dava il primo bacio e scopriva il sesso per la prima volta con una ragazza che non riesce più a trovare, l’ultima veniva buttata al mare da un papà appassionato di kite surf e avventura.Giocano con noi a Chiudi gli occhi, torna bambino (in quest’ordine) Giulia Valentina, Frank Matano e Sofia Viscardi.Giulia Valentina«Se chiudo gli occhi e torno bambina penso al compleanno di mia sorella che è ad agosto e a quelle tutte le povere ragazze che hanno compleanno ad agosto e quindi non lo festeggiano con amiche ma con quelle estive, che le conoscono di meno, all’organizzazione di una festa che fosse giorno speciale per lei e penso alle passeggiate in montagna... forse sono una delle poche che pensa alla montagna e non al mare quando pensa all’estate. Quando ero piccola passavo tanto tempo in montagna es era molto divertente, come adesso con i miei cani, momenti indimenticabili forse i più belli.L’Estate è un momento prima del nuovo inizio: nonostante i miei 28 anni per me comincia a settembre con la scuola, quindi è il momento in cui sono più tranquilla, ho meno pensieri perché tra poco inizia tutto da capo. Quindi è un momento di calma».Frank MatanoSe chiudo gli occhi più che bambino l’estate mi fa pensare ai miei 15 anni perché ho perso la verginità in spiaggia in estate a Scauri che è nel Lazio con una ragazza che si chiama Valentina e mi colpì molto perché lei era nata il 25.12. Non l’ho mai più rivista l’ho anche cercata sui social quindi questo magari è anche un appello “Cara Valentina vorrei sentirci e ricordarci di quei giorni”. Eravamo nella spiaggia dei sassolini e ho perso la verginità è ho dato anche il primo bacio, tutto ho fatto con lei... perciò Viva Valentina e viva i miei 15 anni»Sofia Viscardi«Torno bambina e mi viene in mente tantissimo la mia famiglia perché io ancora adesso da adulta continuo ad andare in vacanza con la famiglia perché ho passato con loro bellissimi momenti a volte in Barça altre in Toscana altre in giro per il mondo sulle spiagge. Mi viene in mente il kyte surf sport che papà mi ha insegnato a fare da quando ero piccola che adesso pratico meno che sono un po’ pigra. Cma il mio bellissimo rapporto con il mare e a una terapia urto che mio papà ha attuato nei miei confronti: a un anno mi buttava in acqua e mi lasciava annegare se non avessi nuotato. Ho imparato a cavarmela tra le onde e mi trovo molto a mio agio. Ho un bellissimo rapporto con il mare tanto che una volta ero a Barcellona con amiche: eravamo in spiaggia e stava tramontando il sole e ho pensato che sembra scontato e non lo è “se tutti i gg andassi a dormire in una casa davanti al mare avrei ...
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