エピソード

  • ٢٢ Singolari passatempi di bambini e cagnolini
    2024/11/01

    Al mare, d'estate si trova di tutto, ma mai avrei pensato di ritrovarmi in questa situazione imbarazzante. Per fare il bagno in questo posto è consigliabile recarsi al piccolo molo con la scaletta, scendere dagli scogli è più scomodo. Allora faccio il bagno qualche volta, lasciando le ciabatte sul molo, tuffandomi dallo stesso, risalendo dalla scaletta e recuperando le ciabatte prima di andare a rimettermi a leggere e a prendere il sole. Tuttavia dopo l'ennesimo bagno, non ritrovo più le mie ciabatte sul molo, mi viene da ridere perché se le hanno rubate non valevano davvero niente, erano vecchie, ma subito dopo, guardandomi intorno, vedo che le ha prese un bambino, per saltare da uno scoglio all'altro, con una destrezza per me irraggiungibile. Gli urlo di ridarmi le ciabatte, ma non mi sente, allora arriva la madre, che me le ridà e mi dice: «è autistico, non riesco a trattenerlo scusami, gli piace prendere le ciabatte degli altri per provarle sugli scogli», e io rispondo: «tranquilla non è niente». Ho più potuto fare un bagno senza che il bambino rubaciabatte me le prendesse? No.


    Al mare, d'estate si trova di tutto, compresi cagnolini più o meno giovani che si buttano nelle attività più disparate. A partire dal bagnetto alla "bau beach", fino ad arrivare al SUP a noleggio col padrone, non si fanno mancare niente. Però non avevo mai trovato un bassottino marrone così costante prima d'ora. Ogni mattina il padrone lo porta sugli scogli, e precisamente vicino a una parte interrata che fa rimanere imprigionata l'acqua, acqua che in base alle onde periodicamente si rinnova. Al bassottino piace così tanto questo piccolo bacino d'acqua da starci immerso ogni mattina, e non per poco! Per ore questo cagnolino rimane a zampettare nell'acqua, e scodinzola, e scodinzola ancora, guardando i riflessi del sole disperdersi nell'acqua. I riflessi lo fanno impazzire di gioia, lui cammina in tondo e continua a scodinzolare come un matto all'inseguimento dei riflessi di luce. La verità è che tutti lo stanno a guardare, perché fa tenerezza e mette un po' di timore: non si guasterà la vista a breve?


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  • ٢١ I carrelli della spesa, le due coppie di cagnolini
    2024/10/25

    Spesso, quando vado a correre, trovo carrelli dell'Esselunga abbandonati ovunque, anche molto distanti dal supermercato in questione. È diventato un gioco avvistarli, avvicinarmici ancora correndo, e riportarli a posto – ovviamente spingendoli correndo –, oppure no. La scelta di riportarli a posto, come intuirete, deriva da qualcosa di scontato: se posso intascarmi la moneta che contengono lo faccio, altrimenti no. Dopo aver trovato un carrello, già da lontano cerco di capire se contiene una moneta, o un gettone di plastica, o proprio un bel niente; quest'ultima possibilità non mi era mai sembrata valida... e invece! Allora un giorno trovo un carrello davanti a una delle varie scale di un palazzo, in quel momento esce un vecchio, che senza nemmeno perdere un attimo, vedendomi vicino al carrello, mi dice: «Signorina, non si lasciano i carrelli in giro!», allora io rispondo: «In verità io di solito mi metto a riportarli tutti a posto, ma caro signore, questo non ha nemmeno la classica moneta dentro, lo riporti pure lei, insisto!».


    Spesso, quando vado a correre, incrocio questo signore timido e silenzioso, ma dal viso simpatico, coi suoi due Pechinesi legati allo stesso guinzaglio, uno marroncino, e uno grigio. Mi fanno sempre sorridere perché quello grigio, visibilmente più vecchio, si fa sempre trascinare, trainare, da quello marroncino. Però un giorno, percorrendo gli ultimi metri della mia corsa, mi sono imbattuta in un evento inaspettato: i cagnolini sembravano essersi moltiplicati, da una parte c'era il solito signore coi suoi due Pechinesi, e da un'altra parte, ben distante dalla prima, c'era una signora con altri due Pechinesi sempre legati in coppia allo stesso guinzaglio. Avevo già visto quella signora altre volte, pensando portasse a spasso gli stessi cagnolini del signore... Insomma, o ci stavo vedendo doppio, o non ci avevo ancora capito niente fino a lì! La seconda, perché poi chiedendo al signore spiegazioni, mi ha detto che quella signora è sua figlia, che anche lei ha due Pechinesi e li porta a passeggio in quella stessa zona, legati allo stesso guinzaglio, in coppia.


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    3 分
  • ٢٠ Introduzione, terza stagione ☾
    2024/10/18

    Un proverbio tedesco dice, "La terza volta è quella buona", e noi siamo arrivati alla terza stagione di "Le Mille e una Novella"... si tratta di una buona novella! Ho tanto da raccontare, è sempre più grande questa mia necessità di immortalare il mio destino tramite le parole. E devo ammettere che questo destino è spesso crudele, ultimamente mi ha portato tante sfortune, un dito fratturato per surfare, una polmonite bilaterale giusto perché stavo di nuovo benissimo, ero felice, e non era possibile... Voglio nuotare, correre e vivere ancora pienamente, si può? Sì, lo chiedo a te, destino insolente, vuoi smettere di infierire? Già la vita è difficile, soprattutto se scegli sempre di dare tutto, di superarti in ogni occasione, di donarti e di non risparmiarti mai con le persone. Ti ci metti pure tu, con questi sgambetti, con questi schiaffi gratuiti?


    La terza volta è quella buona, lo sento. Questo podcast stavolta riceverà una stagione più evoluta e consapevole, più bella, banalmente. E se anche Briciola, la mia cagnolina, è venuta a mancare qualche mese fa, e mi manca da morire, tutti coloro che dall'alto, dal basso, da lontano o da vicino, ascolteranno le mie storie, mi riempiranno il cuore di entusiasmo. Un giorno "Le Mille e una Novella" conoscerà più persone e luoghi, deve ancora crescere, esplorare la sua individualità, innalzare la sua anima lavorando sulla sua interiorità. Sembra avere buoni progetti, puri intenti, e quindi non restano molti altri dettagli. Le puntate di questa terza stagione verranno create come sempre di volta in volta, seguendo il flusso degli eventi e riesumando sul momento preziosi ricordi, e verranno pubblicate ogni venerdì alle ore 19:00, fino al 20 dicembre 2024. A presto, un abbraccio.


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    3 分
  • ١٩ Il finalessandra
    2023/11/24

    È tornata, proprio in tempo per il finale: in realtà non se n'era mai andata. Come faccio a perdonarla ogni volta non lo sa più nessuno, nemmeno lei. Si vergogna per avermi succhiato il sangue, si vergogna di tutto. Non ho ancora scoperto se sa andare in bicicletta, di sicuro non sa sciare, invece io tra poco riandrò a sciare. Di chi sto parlando? C'è scritto nel titolo. So che non si capisce niente lo stesso, l'ascoltatore deve perdonarmi, sono un po' su di giri, è tornata, lei è tornata. Ardnassela, (h)ard nas se la. No, il suo nome al contrario non vuol dire molto, un NAS di hard disk se la... svigna! Sto dando i numeri, anzi i byte. La aspettavo, da tanto, non arrivava mai, non la volevo mai, e poi mi è passata affianco e ho capito che è tornata. Ieri sera ho rivisto il film che le avevo regalato per ultimo, quello con la A; sul biglietto le avevo scritto mi manchi. Mi manchi. Quando le cose smettono ci mancano, ma quando fanno male non le vorremmo mai più. La curiosità adesso è immensa, la riabbraccerò davvero? Sì.


    Non ha molto senso parlare ancora, ho finito, ho finito per stavolta. Lascerei parlare il cuore, il cuore non parla. Cioè il cuore batte, forte, e quando penso a lei ancora più forte. Spero non mi vada più contro, ma piuttosto mi aiuti. Mi aiuti a continuare questo falò interno meraviglioso, in cui le persone si aiutano. Senza l'aiuto il cuore resta gelido, senza falò, senza persone. Le persone aiutano le persone. Sì, direi che questa canzone bellissima chiuderà questa stagione. Alla prossima stagione.


    [In coda "People Help the People" di Birdy]


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  • ١٨ Sgombri che sgombrano
    2023/11/17

    Ci sono quelle spese al supermercato piene di roba, bisogna sempre mangiare del resto. Sono moglie e marito, faranno presto; una figlia e una cagnetta, cioè una seconda figlia, sono a casa ad aspettare. La cagnetta piagnucola: sa che i padroni presto dovranno tornare con la pappa. Un po' di coccole alla cagnetta, un po' di letture per la figlia, e poi tornano i padroni, la cagnetta è contenta, ma anche la figlia, c'è il pollo arrosto per stasera, e per la settimana il pesce, il formaggio, la verdura fresca, la frutta nuova. Mamma e figlia mettono tutto nel frigorifero, ora è bello pieno di roba. La mamma però non trova più uno sgombro dei tre, cioè una confezione di sgombri delle tre acquistate sembra mancare all'appello.


    Moglie e marito allora tornano alla macchina per vedere se qualche sgombro è rimasto lì, ma niente, allora tornano al supermercato, andando alla cassa che avevano usato, per chiedere se qualcuno per caso avesse trovato degli sgombri solitari, smarriti, ma niente. Allora la cassiera dice "la signora è affamata, le manca uno sgombro fresco... vada a prendere uno sgombro freschissimo signora, cioè la confezione che ha perso, e ritorni qui". Allora la moglie va al banco del pesce e prende uno sgombro, ripassa dalla cassiera, ringrazia, e col marito ritorna a casa. A casa scopre di aver preso una confezione di aringhe questa seconda volta, nella fretta si è pure confusa... Ma la storia non finisce qui, nel mettere le nuove arrivate nel frigorifero scopre che gli sgombri non avevano sgombrato misteriosamente, bensì erano rimasti tra due confezioni di carne, e nel dividere carne e pesce non si era accorta fossero finiti lì! A cena la storia viene raccontata alla figlia, e così il marito, la moglie, la figlia, e la cagnetta ridono, degli sgombri che sgombrano o anzi no, che si trasformano in aringhe. E tutti vissero felici e contenti, con una confezione di aringhe in più, che il marito tutto felice l'indomani prepara insieme alle seppie, da pulire dal loro nero. Le seppie pulite, insieme alle aringhe, infine compongono una frittura di pesce spettacolare. La figlia racconta la storia, è regolare.


    [Una storia vera]


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    3 分
  • ١٧ La domenica si mangia e basta
    2023/11/10

    Stai correndo, su una strada stupidissima. Così stupida da averla nominata via "ammazzatoria". Praticamente ha due sensi di marcia divisi da uno spartitraffico inutile, e parallelamente a ogni senso di marcia c'è il parcheggio per le macchine, che una in fila all'altra creano un pericolo immenso per le biciclette: basta che qualcuno apra una portiera a destra perché il malcapitato ciclista cada malissimo e non si rialzi più, ci lasci le penne. Sì, anche se è difficile crederci attaccata alla lunga fila di macchine parcheggiate, sulla destra, c'è una pericolosissima pista ciclabile, nemmeno rialzata rispetto alla strada, e affianco a questa pista ciclabile il marciapiede (rialzato). Basterebbe semplicemente invertire la pista ciclabile col marciapiede: facendo andare le biciclette sul marciapiede, sarebbe tutto più sicuro, i pedoni affianco alle macchine parcheggiate non rischierebbero di morire per una portiera aperta nel momento sbagliato, magari da un bambino. Senza suscitar stupore, la maggioranza dei ciclisti che transitano in quella via utilizza il marciapiede: al diavolo, hanno ragione. San Donato Milanese è piena di orrori stradali, ci sono piste ciclabili – che non possono nemmeno essere chiamate così perché sono una linea gialla tracciata per terra a un metro dal marciapiede –, che quando arriva l'autobus diventano fermate. A quel punto il ciclista di passaggio, o decide di sparire, volatilizzandosi, ed ecco a cosa serve il metaverso, oppure deve semplicemente morire perché l'autobus deve fare la fermata. Certo l'autobus può aspettare che proceda, ma che modo è questo? Che ignoranti abbiamo lasciato a gestire questo mondo!


    Venendo al dunque, una domenica mentre sto correndo sul marciapiede della via "ammazzatoria", capisco di voler attraversare sulle strisce pedonali che stanno per arrivare. Già ho in mente che la macchina che arriverà sulla strada non mi vedrà bene, a causa della fitta fila di macchine parcheggiate. Scorgo proprio una macchina, decido di fare una cosa apposta, un test: appena arrivo alle strisce pedonali fingo di buttarmi, per poi arrestarmi subito. L'autista si ferma, allora procedo a correre, ma pensate un po', dopo aver attraversato mi suona, anche?! Già per miracolo hai frenato, andavi sparato, oltre il limite di velocità, hai anche da dire? È un vecchio signorone con l'Audi, la moglie affianco, ovvio, abbassa il finestrino e mi dice che "non si corre..." e io gli rispondo "è vero, non si corre di domenica, di domenica si magna e basta!". I signori che stanno passeggiando lì intorno se la ridono, la prossima volta quell'idiota, per evitare di farsela addosso per la sensazione di stare uccidendo una ragazza di quarant'anni più giovane, andrà più piano? Test fallito. State attenti, devono andare a mangiare. La domenica si mangia e basta.


    [La vera storia di via Antonio Gramsci a San Donato Milanese]


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    4 分
  • ١٦ Giorgio Seganos
    2023/11/03

    Giorgio Seganos è un uomo, se si può dir così, e questa è la sua storia. Il sabato e la domenica si alza dal letto alle 12 minimo, ma non perché sia un discotecaro, bensì un pigro, uno sfaticato. Ha più di trent'anni, nessun hobby e uno stipendio, ma nessuna voglia di lasciare la casa della mammina e del papino. Non si sa se più per il fatto che non ha nessuna presunta spasimante, o perché non sa nemmeno allacciarsi le scarpe. Più la seconda delle due, ma state tranquilli, usa dei mocassini senza lacci. I genitori non lo lasciano mai da solo, altrimenti può farsi la popò addosso, ha anche paura della luce. Sì della luce, non del buio, per questo esce davvero poco, e la sua camera rimane per la maggior parte del tempo tappata, con le tapparelle completamente abbassate. Di cognome fa Seganos non per nulla, la sua attività più audace è quella, quella che pensate. Ma una leggenda narra che non sia incredibile neanche in quella, però è un vero porcone.


    Il narratore non esagera, non è nel suo interesse, è il singolare protagonista ad adattarsi al semplice raccontare. Ogni cosa che fa è così stupida da suscitare pena, sconforto. O quasi... Ce n'è una che invece fa proprio ribrezzo. Il narratore non esagera, è che semplicemente dopo una breve ricerca ha scovato che Giorgio Seganos, nella sua finta innocenza di bambino cresciuto, è un pervertito trafficante di cose. Non posso dire di quali cose dai, intendo quelle cose che ci sono nella congiunzione delle gambe delle donne. Sì, le chiameremo cose. Le cose creano delle allucinazioni nella testa porconica di Giorgio, e Giorgio si perde, non capisce più niente, non capisce quanto è schifoso quello che pensa, quello che fa. Colleziona donne nell'immaginazione, tramite le immagini delle loro parti "migliori", svestite, che possono essere il rotondo retro, il doppiamente rotondo davanti, il sopra, il sotto... e poi le sfoglia e ha le sue allucinazioni. Non c'è più da chiedersi perché non è pieno di spasimanti, il suo approccio è deviato dal suo cervello marcio, è deviato dall'immagine distorta che si è creato delle donne. È un porcone, un insulto all'universo femminile, all'universo in generale. Giorgio Seganos è un uomo, se si può dir così, e questa è la sua storia.


    [Tratto da una storia vera]


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  • ١٥ Mezzi molesti
    2023/10/27

    Molte volte uscendo dal capolinea della metropolitana perdo la coincidenza, ed essendo che l'autobus è appena andato via, mi metto a camminare fino al liceo di Via Martiri di Cefalonia, per poi salire sull'autobus successivo e andare a casa. E non lo faccio perché mi piaccia particolarmente quel luogo, ma dritto per dritto si arriva precisamente in quel punto prima dell'arrivo dell'autobus successivo. È poco più di un quarto d'ora di camminata, che quando fa freddo serve anche per non congelare stando fermi impalati in fermata. Fare questo però ha senso solo quando non si è in orari inavvicinabili, come tra le 13 e le 14, perché a quell'ora continuano a uscire gli studenti, che riempiono fino a scoppiare i mezzi pubblici. Martedì mattina, al ritorno, ho fatto il grave errore di pensare che a metà dell'ora critica non ci sarebbero stati problemi, ma non è andata così; entro nell'autobus per miracolo, spingendo un pochino, tra l'altro la camminata mi ha abbastanza accaldata: sembra far freddo ma invece ti sei coperto troppo perché in realtà non fa freddo, è questo il nuovo mondo.


    Sei schiacciata tra i ragazzini, ma non è nulla, si sopporta, non avresti aspettato l'autobus successivo, soprattutto dopo che avevi perso anche quello precedente a questo, ti eri fatta tutta la camminata di un chilometro e mezzo e via dicendo. Tuttavia, a un certo punto, ti senti tirare da dietro, ti senti bloccata con la testa, sei entrata per ultima e sei sulla porta, fai un pensiero poco entusiasmante ma che purtroppo si rivela corretto: hai i capelli, cioè la coda, incastrati tra le porte dell'autobus. Allora cerchi di mantenere la calma, e di aspettare la fermata successiva, non è così lontana, ma quel minuto diventa interminabile, la sensazione è bruttissima, un autobus in movimento ti sta tirando i capelli, ed è pure pieno zeppo, senti una goccia di sudore scendere sulla schiena, lungo la spina dorsale. Finalmente l'autobus si ferma, si aprono le porte, scopri che non è successo niente ai tuoi capelli, perché per fortuna le porte hanno una chiusura gommata, gentile, ricominci a respirare, ma non vedi l'ora di arrivare a casa, ormai ti reggi anche a fatica col peso di 7 ragazzini che ovviamente ti si appoggiano tutti addosso. Non credi a cosa ti è successo, ma stai bene. Racconterai questa storia e non crederanno alle tue parole.


    [Racconto autobiografico della giornata del 24/10/2023]


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