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サマリー
あらすじ・解説
Come ogni anno Longarone e i Comuni vicini hanno vissuto con particolare intensità le giornate dell’anniversario del Vajont, questa volta il 61°, di quella tragedia che il 9 ottobre 1963 con le sue quasi duemila Vittime annientò interi paesi e le loro comunità.
Il tema della Memoria – Memoria che non dimentica, soffre, prega, riflette – in questo 61° è stato dominante nelle cerimonie che si sono celebrate e nelle parole che le hanno accompagnate. Una Memoria che continua ad ammonire, per il rispetto della persona e della vita, non soggetto a prevaricazioni dettate da interessi, da profitto, da incuria dovuta a superficialità o supponenza, e per il rispetto dell’ambiente (con preoccupazione è stata ricordata la possibile costruzione di un bacino artificiale in un territorio a rischio a noi vicino), affinché simili luttuosi eventi non si ripetano.
Ma, anche dopo 61 anni, non si è pure dimenticato che in il tema della Memoria di lutti e sofferenze si addolcisce inseparabile da quello della solidarietà. Lo ha sottolineato in particolare il sindaco di Longarone nella cerimonia tenutasi al cimitero delle Vittime, solidarietà espressa dai soccorritori già presenti nelle prime ore di quella notte angosciosa e poi ininterrottamente per giorni e giorni, in mille azioni di assistenza, di sostegno, di partecipazione e di affetto. Memoria delle centinaia di benefattori, enti e singole persone, di ogni luogo, che riversarono il loro grande tributo di aiuti ai superstiti. Fu tale solidarietà nei soccorsi e negli aiuti (ed anche nell’opera delle Istituzioni) uno degli stimoli per il riscatto e la ricostruzione, fisica e morale, delle comunità sinistrate. Così la tragedia del Vajont continua ad essere esempio di come da un grande male può nascere un grande bene. E questo anche oggi, dopo 61 anni, in cui le comunità colpite sentono sempre vicino il cuore di chi non dimentica e partecipa e viene nei “luoghi della Memoria” in rispettoso pellegrinaggio. E non dimentichiamo i Comuni che allora e adesso ci sono vicini in un abbraccio di fratellanza: Bagni di Lucca, Casamicciola d’Ischia, Tesero, Tavarnelle, Caerano San Marco, e altri ancora, e Fossalta di Piave, che proprio il 9 ottobre di quest’anno è stata ferita dalle acque del Piave.
Ma questo 61° anniversario ha rafforzato un altro aspetto, importante, sul tema della Memoria del Vajont, e cioè come essa si stia felicemente trasmettendo dai superstiti, sempre meno per il trascorrere del tempo, alle nuove generazioni che la stanno raccogliendo e interiorizzando con convinzione e passione e conservando per chi verrà. Da tempo questo avviene con i giovani “informatori della Memoria”, ma quest’anno ciò stato evidenziato dal passaggio del testimone – dai superstiti ai giovani – nella guida di emblematiche Istituzioni “della Memoria”, come l’Associazione dei Superstiti – da qualche anno giustamente denominata “Il futuro della Memoria”, e in altre.
Sì, c’è il futuro della Memoria anche in questo trapasso.
E la significativa cerimonia che nell’anfiteatro della chiesa di Longarone dedicata alla Vittime a conclusione delle manifestazioni del 9 ottobre e chiusa alle 22,39 dai solenni rintocchi della campana della vecchia chiesa che ha visto protagonisti i bambini con le loro voci di dolore e di speranza, lo ha dimostrato in accenti veri e commoventi.
G.B.
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Il tema della Memoria – Memoria che non dimentica, soffre, prega, riflette – in questo 61° è stato dominante nelle cerimonie che si sono celebrate e nelle parole che le hanno accompagnate. Una Memoria che continua ad ammonire, per il rispetto della persona e della vita, non soggetto a prevaricazioni dettate da interessi, da profitto, da incuria dovuta a superficialità o supponenza, e per il rispetto dell’ambiente (con preoccupazione è stata ricordata la possibile costruzione di un bacino artificiale in un territorio a rischio a noi vicino), affinché simili luttuosi eventi non si ripetano.
Ma, anche dopo 61 anni, non si è pure dimenticato che in il tema della Memoria di lutti e sofferenze si addolcisce inseparabile da quello della solidarietà. Lo ha sottolineato in particolare il sindaco di Longarone nella cerimonia tenutasi al cimitero delle Vittime, solidarietà espressa dai soccorritori già presenti nelle prime ore di quella notte angosciosa e poi ininterrottamente per giorni e giorni, in mille azioni di assistenza, di sostegno, di partecipazione e di affetto. Memoria delle centinaia di benefattori, enti e singole persone, di ogni luogo, che riversarono il loro grande tributo di aiuti ai superstiti. Fu tale solidarietà nei soccorsi e negli aiuti (ed anche nell’opera delle Istituzioni) uno degli stimoli per il riscatto e la ricostruzione, fisica e morale, delle comunità sinistrate. Così la tragedia del Vajont continua ad essere esempio di come da un grande male può nascere un grande bene. E questo anche oggi, dopo 61 anni, in cui le comunità colpite sentono sempre vicino il cuore di chi non dimentica e partecipa e viene nei “luoghi della Memoria” in rispettoso pellegrinaggio. E non dimentichiamo i Comuni che allora e adesso ci sono vicini in un abbraccio di fratellanza: Bagni di Lucca, Casamicciola d’Ischia, Tesero, Tavarnelle, Caerano San Marco, e altri ancora, e Fossalta di Piave, che proprio il 9 ottobre di quest’anno è stata ferita dalle acque del Piave.
Ma questo 61° anniversario ha rafforzato un altro aspetto, importante, sul tema della Memoria del Vajont, e cioè come essa si stia felicemente trasmettendo dai superstiti, sempre meno per il trascorrere del tempo, alle nuove generazioni che la stanno raccogliendo e interiorizzando con convinzione e passione e conservando per chi verrà. Da tempo questo avviene con i giovani “informatori della Memoria”, ma quest’anno ciò stato evidenziato dal passaggio del testimone – dai superstiti ai giovani – nella guida di emblematiche Istituzioni “della Memoria”, come l’Associazione dei Superstiti – da qualche anno giustamente denominata “Il futuro della Memoria”, e in altre.
Sì, c’è il futuro della Memoria anche in questo trapasso.
E la significativa cerimonia che nell’anfiteatro della chiesa di Longarone dedicata alla Vittime a conclusione delle manifestazioni del 9 ottobre e chiusa alle 22,39 dai solenni rintocchi della campana della vecchia chiesa che ha visto protagonisti i bambini con le loro voci di dolore e di speranza, lo ha dimostrato in accenti veri e commoventi.
G.B.
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